La Pasqua e l’agnello
Anziché renderci più spirituali, le ricorrenze religiose ci vedono avidi di carne e sangue: a poco tempo dalla Pasqua l’investigazione di Animal Equality Italia, che a breve promette aggiornamenti, riporta la nostra attenzione sull’atroce fine degli agnelli, reclamati dal menu festivo. In Italia, assieme a pecore e capretti, ne vengono uccisi circa ottocentomila solo nel periodo pasquale, mentre durante l’anno si stima che il sacrificio di questi cuccioli raggiunga i quattro milioni.
Infiltrandosi sotto copertura negli allevamenti e nei macelli, gli attivisti di Animal Equality hanno documentato, con un video e una toccante testimonianza scritta, ogni momento della violenza inflitta a queste creature storicamente prese a simbolo di innocenza. Sembrerebbe impossibile, oggigiorno, che si rimanga indifferenti persino verso gli agnellini, che tuttavia vengono brutalmente separati dalle madri a poco più di un mese di vita. Già questa scena sarebbe sufficiente a esprimere il dolore, lo sgomento degli animali e la rozza assenza di pietà nella nostra specie. Ma non è che il principio. Maltrattati, spaventati, malamente trasportati nel corso di un incubo in cui corpi esanimi e animali ancora vivi rimangono ammassati uno sull’altro. Appesi a una corda, pesati a gruppi di quindici alla volta, gli agnelli si avviano a morire fra le grida dei compagni e le risa degli uomini.
Riporta il racconto di un attivista: “..In quel momento accendo la telecamera e cerco di focalizzare tutta la mia attenzione su ciò che sarà lo scopo finale del mio lavoro e non su ciò che sta accadendo attorno a me. L’addetto allo stordimento, un ragazzo di circa vent’ anni, prima di applicare la scossa ripete sempre la stessa frase ‘correvi nei prati ieri, oggi invece…’. Gli odori che si sentono in un macello ti rimangono impressi, l’odore che emana il pelo bruciato dalla pinza elettrica è qualcosa che non credo dimenticherò mai”.
Spiega Fabrizia Angelini, portavoce di Animal Equality Italia: “Dal nostro punto di vista, l’agnellino ha diritto alla vita e merita rispetto tanto quanto il maiale adulto o il cavallo anziano, ma è l’emblema di un eccesso su cui reputiamo importante incoraggiare alla riflessione. Se oggi infatti, in un contesto di sovrabbondanza dei consumi, per la sola abitudine a un ‘di più’ di carne infantile il nostro cuore non arretra di fronte alla mattanza dei cuccioli, qualcosa non va”. L’organizzazione rilancia così la campagna educativa Salva un agnello nata nel 2013 per invitare le persone a evitare di mangiare carne ovina e farsi a propria volta portavoce del messaggio solidale.
“Gli stessi imprenditori del settore, l’anno scorso, hanno annunciato un calo dei consumi pari al 40% nel periodo pasquale, e del 15 % durante l’anno” prosegue Fabrizia. “Lo attribuivano alla crisi: a nostro avviso invece (lungi dal pensare che sia merito nostro) è dipeso principalmente dall’aumento di sensibilità e consapevolezza. Ci auguriamo che si continui, con risultati sempre più significativi”.
(fonte Animal E.)
Mio commento personale:
Gli animali sono tutti uguali, non ci sono differenze fra cani, gatti, maiali, mucche, agnelli, cavalli, ecc… tutti provano dolore, emozioni…e tutti desiderano assaporare la vita che questo mondo gli ha donato. L’Olocausto Animale non ha niente a che vedere con questo, milioni di animali nascono e vengono uccisi in poco tempo senza aver mai visto un prato grazie ad una macchina mortale altamente collaudata che è l’industria umana. Agnelli e vitelli sono l’emblema di questo Olocausto continuo perché piccoli come i bambini umani. Viviamo in una società cieca e imbrogliata da un meccanismo economico che nasconde ai più la verità, come è stato per l’Olocausto umano anche quello degli animali è nascosto, allevamenti intensivi e macelli sono ben isolati, mai e poi mai si devono vedere le sofferenze degli animali, i nostri figli devono immaginarli allegri sui prati di Linea Verde…Sono convinto che le generazioni future accuseranno le attuali per i crimini commessi verso gli animali, è solo questione di tempo.
Un grazie immenso a tutti quelli che cambiano alimentazione, un grazie immenso a tutti quelli che non pagano più per vedere lo sfruttamento animale in circhi, zoo, delfinari ecc…un grazie immenso a tutti coloro che fanno volontariato per l’ambiente e per gli animali.
Citazioni per riflettere:
Mattatoio. Luogo dove bestie massacrano altre bestie. È situato in genere a una certa distanza dagli abitati
della specie umana, in modo che chi mangia carne non sia disturbato dalla vista del sangue.
Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911
Maiali costretti in stambugi
senza luce. Galline chiuse notte e giorno nell’incubatrice. Oche inchiodate con
le zampe al pavimento. Vitelli che passano dalla prigione al macello senza aver
mai visto un prato. Gli ultimi animali, superstiti di una moltitudine che
riempiva festosamente la terra, sono ridotti a un’eterna notte.
Francesco Burdin, Un milione di giorni, 2001
Dicono di avere abolito i
sacrifici animali! Soltanto il rito hanno abolito: li sterminano
ininterrottamente, illimitatamente, senza bisogno: il sacerdote si è fatto
industria.
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979
Per quanta giustizia possa esserci in una città, basterà la presenza del
mattatoio a farne una figlia della maledizione. Per quanto nobile possa essere
una ricerca di medicina, la sperimentazione su esseri viventi ne farà sempre
una figlia della maledizione.
Guido Ceronetti, Il silenzio del corpo, 1979
Tutte le torture, i patimenti, i terrori inflitti
agli animali appartengono legittimamente al dolore infinito della storia e ne
modificano il senso, se ne abbia uno.
Guido Ceronetti, Pensieri del tè, 1987
Che cosa resterebbe delle
nostre tragedie se una bestiola letterata ci presentasse le sue?
Emil Cioran, Sillogismi dell’amarezza, 1952
Siamo circondati da un’impresa di degradazione, crudeltà e sterminio che può
rivaleggiare con ciò di cui è stato capace il Terzo Reich, anzi, può farlo
apparire poca cosa al confronto, poiché la nostra è un’impresa senza fine,
capace di autorigenerazione, pronta a mettere incessantemente al mondo conigli,
topi, polli e bestiame con il solo obiettivo di ammazzarli.
John Maxwell Coetzee, La vita degli animali, 1999
Una mostruosità del nostro
secolo è stata la costituzione degli allevamenti intensivi e lo sviluppo di una
complessa disciplina di tortura che si chiama zootecnia. Il lager zootecnico
non solo ha rimosso qualsiasi senso di responsabilità umana nei confronti degli
animali domestici, ma ha fatto di più: ha volutamente ignorato le loro
caratteristiche di esseri senzienti. Questa attività è letteralmente un crimine
legalizzato.
Roberto Marchesini, Oltre il muro, 1993
Se il possesso di un superiore
livello di intelligenza non autorizza un umano ad usarne un altro per i suoi
fini, come può autorizzare gli umani a sfruttare i non-umani per lo stesso
scopo?
Peter Singer, Liberazione animale, 1975
A quali livelli d’infamia
possa arrivare l’umano, si evince dalla mancanza di ritegno col quale tratta i
cosiddetti “animali da allevamento”, gli esseri più inoffensivi e indifesi di
questa Terra.
Giovanni Soriano, Finché c’è vita non c’è speranza, 2010
Ci sarebbero meno bambini
martiri se ci fossero meno animali torturati, meno vagoni piombati che
trasportano alla morte le vittime di qualsiasi dittatura, se non avessimo fatto
l’abitudine ai furgoni dove le bestie agonizzano senza cibo e senz’acqua dirette
al macello.
Marguerite Yourcenar, Il tempo grande scultore, 1983
Auschwitz inizia ogni volta
che qualcuno guarda a un mattatoio e pensa: sono soltanto animali.
Theodor Adorno