Dissesto idrogeologico
Il WWF SCRIVE Lettera aperta al Ministro Orlando sul Dissesto idrogeologico
WWF: BASTA CON INTERVENTI ESTEMPORANEI
DI REGIONI E PROTEZIONE CIVILE
DODICI PROPOSTE OPERATIVE IN SINTONIA CON L’EUROPA
PER LA GESTIONE DEI BACINI, DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI, DEGLI ECOSISTEMI
Stop al consumo di 90 ettari al giorno di suolo, i servizi eco sistemici
forniti dalla Rete delle Oasi WWF
Non si può più affrontare l’emergenza quotidiana in Italia provocata dal dissesto idrogeologico e dai cambiamenti climatici con iniziative approssimative o controproducenti nella gestione e manutenzione del territorio e delle risorse naturali avallate dalle Regioni o con interventi urgenti e in deroga anche dalle normative ambientali di Protezione civile, che spesso si concretizzano in interventi ingegneristici di ulteriore cementificazione dei corsi d’acqua.
Il Capitale Naturale (sistemi naturali e biodiversità) e la sua centralità nell’economia sono la sola nostra assicurazione per il futuro.
E’ questa la denuncia del WWF Italia contenuta in una Lettera aperta, che indica anche 12 interventi prioritari operativi, del presidente nazionale dell’associazione Dante Caserta inviata al Ministro dell’ambiente Orlando in cui si ricorda che il nostro Paese marca ritardi nell’attuazione delle Direttive comunitarie sulle Acque e sulle Alluvioni e che la situazione in cui versa l’Italia non può essere considerata “eccezionale”, visto che il consumo del suolo sta andando avanti al ritmo di 90 ettari al giorno (Elaborazioni WWF) e che negli ultimi 60 anni sono 3.660 le persone che hanno perso la vita a causa di frane (Darti Ministero dell’Ambiente).
Dalla “tragica periodicità dell’ordinarietà” secondo il WWF Italia, che in questi giorni ha avviato una serie di incontri in previsione del Semestre di presidenza europea dell’Italia e in vista delle Elezioni Europee, bisogna uscire assicurando finalmente quanto richiesto dalle Direttive comunitarie e dagli indirizzi della Commissione Europea riguardo a: a) la definizione di obiettivi di intervento cadenzati nel tempo per l’adattamento ai cambiamenti climatici b) la pianificazione degli interventi su scala di bacino idrografico; c) la piena efficienza delle Autorità di distretto idrografico; d) la piena integrazione degli interventi operativi con gli obiettivi di conservazione della natura; e) la costituzione di gruppi di intervento multidisciplinari.
Il WWF Italia individua una forte responsabilità collettiva delle Regioni che, come denunciato dal Ministro Orlando, hanno speso nel periodo 2007-2014 solo 400 milioni di euro dei 2,5 miliardi di euro messi a disposizione dell’Europa per la messa in sicurezza del territorio e il dissesto idrogeologico. Per non parlare poi dei casi singoli come quelli; della Regione Sardegna, dove i gravi eventi alluvionali del novembre 2013, dono avvenuti anche e soprattutto percé si sono ignorate le indicazioni del Piani di Assetto Idrogeologico; o della Regione Marche, che sull’onda emotiva, ha visto approvare una legge che autorizza le escavazioni in alveo anche da parte dei provati e il taglio indiscriminato della vegetazione.
Il WWF riconosce al Ministro Orlando sensibilità su questi temi anche se chiede segnali operativi forti e coordinati. Il WWF riconosce al Ministro Orlando di aver voluto la norma inserita nella Legge di Stabilità 2014 che consente di attingere dai 1,4 miliardi di euro assegnati ai fondi dei commissari per l’emergenza idrogeologica non utilizzati al dicembre 2013 per interventi integrati immediatamente cantierabili finalizzati alla riduzione del rischio, alla tutela e al recupero degli ecosistemi e della biodiversità. O anche le disposizioni inserite nel disegno di legge collegato ambientale alla Legge di Stabilità in cui si prevede l’operatività delle Autorità di distretto e si si prevede di destinare 10 milioni di euro nel 2014 per la demolizione dei manufatti negli alvei dei fiumi.
Ma il WWF ricorda con esempi concreti come sia importante garantire la tutela degli ecosistemi, che svolgono un ruolo importantissimo nel garantire l’espansione naturale dei fiumi. E a conferma del ruolo fondamentale che svolgono le aree naturali il WWF segnala come le aree gestite dalle sue Oasi (a Le Bine sull’Oglio, ad Alviano sul Tevere, a Orbetello e Burano in Maremma, a Serranella nel Sangro e a Persano sul Sele) abbiano svolto un ruolo importante nel contenimento dell’emergenza e nella protezione delle comunità. L’episodio verificatosi in questi giorni nell’Oasi del Bosco foce dell’Arrone, vicino Fiumicino, comune colpito da intensi allagamenti. Il fiume nei giorni scorsi ha rotto gli argini e l’area naturale ha funzionato come ‘cassa di espansione’ delle acque: senza quell’Oasi i danni sarebbero stati ancora più gravi e tutto il Villaggio Pescatori di Fregene, a due passi da Fiumicino, sarebbe finito sott’acqua. Anche Alviano, un’Oasi sempre lungo il corso del Tevere a pochi chilometri da Roma, è un bacino naturale il cui allagamento negli anni scorsi ha scongiurato più volte gravi ondate di piena verso la città. L’ultima piena disastrosa è avvenuta nel dicembre 2012, provocando anche molti danni per l’area, ma in quell’occasione l’acqua ha proseguito più lentamente verso la Capitale. La funzione delle aree naturali è fondamentale per ridurre gli impatti violenti dei fiumi in piena: laddove queste non esistono più l’acqua scorre veloce come in un’autostrada provocando danni ulteriori al territorio e alle persone.
Il WWF infine indica una road map per passare dall’emergenza e da interventi estemporanei ad un governo integrato del territorio che consideri l’integrità delle risorse naturali come il principale obiettivo per superare il dissesto.:
- Ø Istituire urgentemente subito le Autorità di distretto idrografico, come previsto dalla Direttiva 2000/60/CE e anche prima dell’approvazione del Ddl collegato ambientale alla legge di Stabilità 2014;
- Individuare con chiarezza i meccanismi e gli strumenti operativi per consentire un governo del territorio adeguato alle attuali esigenze e che tenga conto dei cambiamenti climatici in atto.
- Ricostruire intere filiere, individuando strumenti d’intervento adeguati fino alla definizione di capitolati che prevedano, ad esempio, l’interdisciplinarietà d’azione e di competenze.
- Promuovere una efficace azione di formazione, rivolta ai tecnici, ma anche e soprattutto a chi gestisce gli enti preposti al controllo e alla gestione del territorio
- Ø Definire i criteri per l’utilizzo delle risorse che potranno essere rese disponibili rispetto all’ammontare complessivo di 1 miliardo e 400 milioni di euro “individuato” dalla recente Legge di Stabilità
- Costituire una Commissione composta dal dipartimento della Protezione civile e dai segretari delle autorità di bacino nazionali per: a) individuare le aree di prioritario intervento tra le quali ripartire quanto stanziato con la Legge di Stabilità 2014; b) definire le modalità per una pianificazione territoriale integrata che consenta finalmente un processo di co-pianificazione tra lo Stato e le Regioni (idrogeologica. sismica, paesaggistico-naturalistica e agricola) c) predisporre una strategia nazionale per la valorizzazione naturalistica dei fiumi finalizzata alla gestione delle alluvioni e del dissesto idrogeologico anche, quando necessario
- Garantire l’adeguata pre-allerta alle popolazioni residenti e l’attuazione di piani di sicurezza e protezione civile
- Vietare l’edificabilità nelle pertinenze fluviali ed avviare la demolizione e la delocalizzazione (a cui il Ddl collegato ambientale vorrebbe destinare 10 milioni di euro nel 2014) dei manufatti che sorgono nelle aree a rischio idrogeologico, partendo dalle aziende che costituiscono delle vere e proprie bombe ecologiche (es. aziende a rischio rilevante).
- Favorire la prevenzione diretta da parte dei cittadini, finalizzata all’introduzione di misure di contrasto al rischio idrogeologico (ad esempio, azioni preventive soprattutto in occasione di ristrutturazione delle abitazioni).
(fonte WWF )