Scienziati preoccupati: nulla di fatto
Si parla soprattutto di politica, immigrazione, tasse e purtroppo è passato inosservato l’ennesimo disperato appello degli scienziati per salvare il nostro pianeta. Non è bastato il primo lanciato 25 anni fa, i progressi fatti per limitare i danni provocati dall’uomo come cambiamento climatico, deforestazione, mancanza di accesso all’acqua, sovrappopolazione e animali in estinzione, sono stati troppi pochi.
Il quadro delineato dagli esperti è poco incoraggiante: delle 9 aree indicate nell’appello del 1992 su cui era necessario intervenire, l’unico miglioramento consistente registrato è nell’aver fermato la crescita del buco dell’ozono.
Qualche progresso è stato fatto anche nell’aumento dell’energia prodotta da fonti rinnovabili, negli investimenti dell’istruzione femminile e maschile nei paesi in via di sviluppo e nel rallentamento della deforestazione in alcune aree. Questi dati dimostrano che se ci si impegna davvero dei risultati si possono raggiungere.
L’elenco delle brutte notizie è, però, molto più lungo. Nei 25 anni trascorsi si è avuta una riduzione del 26% dell’acqua disponibile per persona, una crescita del 75% del numero di zone morte nell’oceano, la perdita di circa 121 milioni di ettari di zone boschive e un calo del 29% del numero di mammiferi, rettili, anfibi, uccelli e pesci, una crescita del 35% della popolazione umana e il continuo aumento delle emissioni di carbonio e delle temperature a livello globale.
Sono 13 le aree, secondo i ricercatori, su cui lavorare per ridurre i danni dell’uomo, rendendo più sostenibile la sua presenza per il pianeta, come promuovere una dieta con meno carne e pesce, il ricorso alle fonti di energia rinnovabile, la creazione di riserve marine e terrestri, l’adozione di leggi anti-bracconaggio, e limitando la crescita della popolazione con interventi di pianificazione familiare. Presto sarà troppo tardi per cambiare le cose e il tempo sta per finire, dicono gli esperti. Ma possiamo fare grandi progressi per il bene dell’umanità e del pianeta da cui dipendiamo.
Continuiamo a dimenticare che abbiamo solo questo pianeta, che la perdita di biodiversità, i problemi legati alla natura sono causa anche delle migrazioni, persone che scappano da territori dove non c’è più acqua, dove il cambiamento climatico ha reso impossibile coltivare, il problema ambientale causa già guerre e ne causerà ancora di più in futuro. I politici di tutto il mondo dovrebbero avere in agenda al primo posto la difesa dell’ambiente e di tutte le forme di vita. L’uomo deve fare un grande salto culturale e smettere di uccidere milioni di animali ogni giorno.
Sul nostro territorio cosa possono fare i nostri sindaci?
Difendere veramente l’ambiente abolendo lo spargimento di fanghi, l’utilizzo di veleni, bloccando la costruzione di nuovi inceneritori, aumentando la raccolta differenziata, piantando alberi, promuovendo l’utilizzo dei mezzi pubblici e delle energie rinnovabili, installando postazioni per il noleggio di bici e macchine elettriche, costruendo piste ciclabili, facendo diventare le nostre città degli orti in cui i cittadini possano cogliere frutta e verdura gratis, contrastando il bracconaggio e il consumo di suolo, lo spreco d’acqua, creando nuove zone protette dalla caccia e per finire promuovendo un’alimentazione il più eco-sostenibile possibile.
Tutto questo non può più essere rimandato.
Riccardo Ferlin